Culture

Piano d’Azione Europeo per la finanza sostenibile

Nel Marzo 2018, la Commissione Europea ha pubblicato un “Piano d’Azione per la finanza sostenibile”, in cui vengono cambiamenti climatici e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.

In tale Piano d’Azione sono state delineate le strategie e le misure da adottare per la realizzazione di un sistema finanziario in grado di promuovere uno sviluppo sostenibile, sotto il profilo economico, sociale e ambientale, contribuendo ad attuare l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.

Il piano di Azione Europeo si pone 3 obiettivi:

1) riorientare l’allocazione del capitale privato in investimenti sostenibili,

2) gestire i rischi finanziari derivati dai cambiamenti climatici, esaurimento di risorse, degrado ambientale e questioni sociali

3) promuovere la trasparenza e la visione a lungo termine nelle attività economiche finanziarie.

Lo scopo generale è di portare le imprese a fornire una serie diversificata di informazioni in materia di fattori ESG (Environment, Social and Governance) utili a valutare il livello di sostenibilità e trasparenza delle azioni, in modo tale da rafforzare l’economia sociale del mercato UE e creare standard di trasparenza a livello mondiale.

La proposta di nuova direttiva CRSD (Corporate Sustainability Reporting Directive) è stata approvata in data 10 novembre 2022 dal Parlamento Europeo con 525 voti favorevoli, 60 voti contrari e 28 astensioni.

Le imprese dovranno adottare le dichiarazioni di sostenibilità che sarà posta sullo stesso piano di quella finanziaria. Alle imprese poi verrà chiesto di pubblicare regolarmente i dati relativi al loro impatto sociale ed ambientale per accertarne la loro attendibilità. I report che dovranno produrre saranno incentrati sui criteri ESG, allineati con la normativa europea e coerenti con le raccomandazioni dell’informativa finanziaria relativa ai cambiamenti climatici. Le informazioni riportate saranno di natura sia quantitativa che qualitativa in modo tale da andare a delineare un nuovo modello di business incentrato sulla trasparenza e la sostenibilità.

I nuovi obblighi UE si applicheranno a tutte le grandi imprese, quotate in borsa o meno. Per quanto riguarda le imprese estere, invece, la dichiarazione sulla sostenibilità si applicherà per le imprese che fatturano più di 150 milioni di euro. Le piccole medie imprese quotate in borsa invece avranno più tempo per adattarsi a questo nuovo provvedimento.

La nuova normativa UE inizierà ad essere applicata tra il 2024 e il 2028. In particolare, a gennaio 2024 sarà applicata per le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti) con scadenza della pubblicazione del report nel 2025.

Nei dodici mesi successivi è previsto l’obbligo anche per le grandi imprese non ancora soggette alla direttiva sulle dichiarazione non finanziarie (con più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di attività totali) con scadenza del report nel 2026. Infine dal primo gennaio 2026 per le piccole e medie imprese quotate, con scadenza nel 2027. Queste inoltre possono decidere di non partecipare fino al 2028.

Dal punto di vista dell’approccio DYDAS, lo scenario delineato dalla nuova normativa favorisce il superamento della fase dell’apertura dei dati del settore pubblico e privato e, nello specifico, i dati saranno infatti riportati sulla base di standard comuni di reporting, che saranno sviluppati dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG).


European Action Plan for sustainable finance

In March 2018, the European Commission published an “Action Plan for Sustainable Finance”, which includes climate change and the United Nations 2030 Agenda for Sustainable Development.

This Action Plan outlined the strategies and measures to be adopted for the creation of a financial system capable of promoting sustainable development, from an economic, social and environmental point of view, contributing to the implementation of the Paris Agreement on changes climate change and the United Nations 2030 Agenda for Sustainable Development.

The European Action Plan has 3 objectives:

1) reorient the allocation of private capital towards sustainable investments,

2) manage the financial risks derived from climate change, resource depletion, environmental degradation and social issues;

3) promote transparency and long-term vision in financial economic activities.

The general purpose is to get companies to provide a diversified set of information on ESG factors (Environment, Social and Governance) useful for assessing the level of sustainability and transparency of the actions, so as to strengthen the social economy of the market EU and create global transparency standards.

The proposal for a new CRSD (Corporate Sustainability Reporting Directive) directive was approved on 10 November 2022 by the European Parliament with 525 votes in favour, 60 votes against and 28 abstentions.

Companies will have to adopt sustainability declarations which will be placed on the same level as the financial one. Companies will then be asked to regularly publish data relating to their social and environmental impact to ensure their reliability. The reports they will have to produce will focus on ESG criteria, aligned with European legislation and consistent with the recommendations of financial reporting relating to climate change. The information reported will be both quantitative and qualitative in order to outline a new business model focused on transparency and sustainability.

The new EU obligations will apply to all large companies, publicly traded or not. As far as foreign companies are concerned, however, the declaration on sustainability will apply to companies with a turnover of more than 150 million euros. On the other hand, small and medium-sized companies listed on the stock exchange will have more time to adapt to this new provision.

The new EU legislation will start to be applied between 2024 and 2028. In particular, in January 2024 it will be applied for large public interest companies (with more than 500 employees) with a deadline for publication of the report in 2025.

In the following twelve months, the obligation is also foreseen for large companies not yet subject to the directive on non-financial declarations (with more than 250 employees and/or 40 million euros in turnover and/or 20 million euros in total assets) with expiry of the report in 2026. Finally, from 1 January 2026 for listed small and medium-sized enterprises, expiring in 2027. These can also decide not to participate until 2028.

From the point of view of the DYDAS approach, the scenario outlined by the new legislation favors the overcoming of the phase of openness of public and private sector data and, specifically, the data will in fact be reported on the basis of common reporting standards, which will be developed by the European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG).