L’intervento a cura di Paolo Pasquali, Geospatial Technologist c/o LINKS FOUNDATION, in occasione del “Laboratorio digitale per articolare strategie di bioeconomia circolare” organizzato da ANCI Lazio in collaborazione con UCSA – Ufficio Comune per la Sostenibilità Ambientale, ha permesso ai partecipanti di conoscere le fondamenta dello strumento libero e collaborativo per la raccolta di dati geografici. Paolo Pasquali ha infatti illustrato il primo caso nella storia di analisi spaziale (GIS), prodotto dal dottor John Snow nel 1854.
L’intervento di Paolo Pasquali, ha offerto l’opportunità di comprendere meglio il concetto di “Mappatura partecipata” e perché essa sia così importante.
I dati geografici, infatti, ci aiutano ad ottenere informazioni utili su molti fenomeni, e questo tipo di analisi si chiama geospaziale.
Il caso di Jhon Snow, un medico che affrontò nel 1854 l’epidemia di colera a Soho a Londra, rappresenta il primo caso nella storia di analisi spaziale. In una sola strada di Londra, Broad Street, ci furono 127 morti in 3 giorni per un epidemia di colera. All’epoca non si conoscevano le cause della trasmissione di tale malattia. Si pensava fosse dovuta ai miasmi e all’aria inquinata, ma tale teoria non riusciva a spiegare come mai alcune categorie di persone, come i birrai, non si ammalassero. I lavoratori presso il birrificio nella medesima Broad Street, infatti, non si ammalavano. Jhon Snow raccolse informazioni e mappò tutti i casi di colera in quella zona e individuando anche le pompe di distribuzione dell’acqua. Ai tempi, a Londra non c’era un sistema fognario e tanto meno esisteva un sistema di distribuzione dell’acqua corrente potabile. Ciò che Jhon Snow poté notare è che i casi di colera si concentravano tutti attorno ad una pompa di distribuzione dell’acqua.
Una volta analizzata l’acqua con gli strumenti che aveva a disposizione all’epoca, riuscì ad individuare la presenza del colera nell’acqua e richiese all’amministrazione locale di chiudere la pompa e il risultato fu l’arresto dell’epidemia di colera. Tramite questa prima analisi geospaziale della storia, Jhon Snow riuscì ad individuare che la pompa pubblica di distribuzione dell’acqua era la fonte dell’epidemia e che il colera non si trasmetteva per le vie aeree ma tramite l’acqua contaminata da batteri fecali. Era riuscito perciò a risalire anche al paziente zero e a comprendere come la riserva d’acqua fosse stata contaminata. Qual era il motivo per il quale i birrai non si ammalavano? Perché i birrai non si rifornivano dalla pompa infetta ma piuttosto bevevano la birra che essi stessi producevano. Il processo di pastorizzazione della birra annientava i batteri. Quindi Jhon Snow passò alla storia per essere uno dei padri dell’epidemiologia.
Link per approfondire: https://it.wikipedia.org/wiki/Jhon_Snow_(medico)
Da tale esperienza potremmo concludere che sorta di wikipedia della geografia risulta molto utile per studiare i fenomeni che possono accadere nei territori e, fortunatamente ciò esiste e si chiama OpenStreetMap.
Perché è necessario OpenStreetMap? Perché, in generale, le mappe che noi spesso utilizziamo non si possono riutilizzare, per esempio non possiamo riutilizzare le mappe GoogleMaps perché ne violeremmo la licenza d’uso. Inoltre esse possono avere processi di aggiornamento diversi fra loro e soprattutto un cittadino/utente non può aggiornarle autonomamente in caso di necessità di aggiornamenti e/o errori. Mentre tutto ciò si può fare tramite OpenStreetMap, nato proprio per tale scopo: un progetto collaborativo, dove chiunque può contribuire a sviluppare OpenStreetMap arricchendo o correggendo i dati territoriali.
Mentre per Wikipedia dobbiamo essere esperti in qualche materia, per OpenStreetMap noi siamo già esperti dei posti dove viviamo, quindi possiamo contribuire a mantenere aggiornata questa banca dati.
La licenza è la più Open possibile, quindi la possiamo utilizzare, citando naturalmente la fonte, anche per scopi commerciali. Le informazioni le possiamo ricavare principalmente tramite tracce GPS, oppure da foto satellitari e aeree.
L’esempio riportato di seguito ci porta alla citata pompa di acqua di Broad Street, a Londra.
La pompa oggi non esiste più e qui viene rappresentata tramite una riproduzione e OpenStreetMap consente la visualizzazione di diversi dati associati. Se volessimo editare tale mappa avremo diverse possibilità di editing una volta registrati come utenti. Il sistema più comodo è utilizzabile all’interno del browser.
Principalmente OpenStreetMap tratta dati vettoriali, che sono di tre tipi: i punti, le linee e i poligoni.
I punti sono i nodi (come per esempio il punto che abbiamo visto relativamente alla pompa di Broad Street), le linee, rappresentano ad esempio le strade, e ogni volta che viene cliccato un elemento sulla mappa, si ottengono le informazioni associate nella finestra di editing. Per esempio di fronte alla pompa si trova un pub intitolato a Jhon Snow. Noi possiamo associare queste informazioni ad una serie di tag, cioè delle etichette e con queste si possono aggiornare gli elementi presenti nelle mappe a beneficio della comunità di utenti.
È naturalmente buona norma utilizzare le linee guida OpenStreetMap per apprendere al meglio ad operare con lo strumento.
Infine, i dati OpenStreetMap possono anche essere scaricati e possono anche essere utilizzati in software open source come QGIS (https://www.qgis.org/). Fin dai pochi esempi mostrati è facile tuttavia comprendere come OpenStreetMap sia uno strumento molto importante anche nei paesi in via di sviluppo, dove i dati Open o i dati governativi non sono così diffusi o facilmente disponibili.